Li dove comincia il gioco: “La linea di attacco”.

Spesso sento parlare dell’importanza di un quarterback in una formazione di attacco, spesso sento esaltare le doti di potenza del suo braccio e sento amplificare le misure: “si te lo garantisco lanciava sessanta yard, lo ho visto io”. Tutto questo, qualche volta è vero, ma nessuno si sofferma su un particolare: il tempo in cui un ricevitore arriva a sessanta yards è di circa otto secondi, il tempo in cui il pallone arriva a 70 yard è di circa 3 secondi, per cui per lanciare a sessanta yard ci vuole una linea di attacco che conceda 5 secondi al quarterback. Cinque secondi sono una eternità sulla linea di scrimmage eppure nessuno spende grandi parole per quei cinque fenomeni che lavorando insieme, sacrificandosi e combattendo ad armi impari riescono ad arginare l’irruenza della linea di difesa che li malmena come un maniscalco fa come un ferro da cavallo. Loro sono l,i uno per l’altro pronti ad immolarsi per il loro quarteback, per la loro squadra, e se per caso una volta un difensore riesce a fare un sack vengono ridicolizzati e colpevolizzati come gli unici responsabili della mancata chiusura del down. Si, per giocare in linea di attacco bisogna avere qualcosa di superiore dentro, bisogna sapere di svolgere un ruolo fondamentale che solo pochi intenditori sapranno riconoscere. Far parte della linea di attacco vuol dire appartenere ad una elite che sa di essere fondamentale, ma si accontenta del proprio giudizio e non dell’ovazione della folla. Far parte della linea di attacco vuol dire sapere che hai quattro persone che si devono muovere in sintonia con te, che diventeranno parte di te, che condivideranno i tuoi problemi. Ognuno di loro sa che ci sarebbe voluto poco per loro per diventare un ottimo defensive end che avrebbe potuto alzare il dito dopo un placcaggio da solo o dopo un sack, ma loro non giocano per l’applauso, giocano per la squadra. La loro massima aspirazione è quella di correre, spesso con fatica, a complimentarsi con il loro runninback, che ha varcato la linea di meta, incuranti se tale risultato è stato ottenuto grazie a loro. Si, giocare in una linea di attacco vuol dire sapere di appartenere ad una razza diversa, vuol dire sapere di diventare un dito di una unica mano e che così, proprio come le dita, ognuno ha uno scopo diverso, ma tutti insieme possono diventare quella mano tesa che si complimenta con l’avversario leale, o un pugno devastante che lo colpisce se ha precedentemente irriso una della dita, e guai, se quello irriso è il mignolo: il pollice e l’indice non lo permetterebbero.
Non abbiamo molto tempo per formare questa mano, ma stasera quando mi occuperò della linea di attacco, vorrei vedere nei vostri occhi l’orgoglio di appartenere alla nostra mano, a quella mano guantata di verde che ha sempre permesso ai nostri runninback e ai nostri quarterback di fare grandi figure. Stasera comincerete il vostro percorso nella storia di questa squadra, da voi comincerà tutto: sappiate esserne degni.