Siamo sulla strada giusta.

Ho cercato di analizzare la partita con il massimo della calma, ma anche dopo due giorni non riesco a non pensare come stiamo per rivivere le emozioni e la crescita alla quale assistemmo negli anni ‘80. Una partita ben giocata, corretta, davanti ad un pubblico estremamente numeroso che si è divertito, due squadre con una età media di vent’anni, due roster adeguati, uno speaker, d’eccezione, che ha ben spiegato ai molti neofiti l’andamento del gioco e ha saputo trasmettere la propria passione, ad un pubblico che mano a mano che capiva le dinamiche, partecipava con un tifo festoso e corretto, sfociato con un caloroso e lungo applauso alle due squadre alla fine. Una crew arbitrale che è riuscita a non far notare la loro presenza indispensabile, fischiando con discrezione quello che vedevano, ma lasciando che il gioco espresso dalle squadre e i giocatori fosse il protagonista. Le Green Cheer che venivano coinvolte a tifare durante la partita, in cui pochi erano gli spazi vuoti, ma che si impegnavano con professionalità nell’intervallo ad intrattenere il pubblico mentre tirava il fiato dalle emozioni che l’alternanza del risultato suscitava, con pregiate coreografie. Nessun infortunio significativo, segno delle buone condizioni fisiche delle due squadre, malgrado il terreno del Vigorelli, come ormai denunciato da tempo, non sia più idoneo per ospitare un evento sportivo, e malgrado la prima vera giornata calda di questa primavera. Tutto questo a dimostrazione che si può offrire un bello spettacolo investendo i pochi soldi a disposizione delle società, nella crescita dei nostri ragazzi invece di regalare ben retribuite vacanze ad americani prezzolati. Tutto questo a dimostrazione che se in soli due anni in una città come Milano, malgrado l’esistenza di altre tre squadre siamo riusciti a creare un gruppo di ragazzi capace di apprendere questo gioco e tenere il campo dignitosamente, se tutti continueremo ad impegnarci con costanza non potremo che tornare ai vecchi fasti. Non dobbiamo inventare niente, dobbiamo limitarci a copiare quanto già fatto negli anni 80. In questa direzione va la decisione della segreteria della FIF di tornare alle riunioni settimanali che si terranno ogni mercoledì a Milano per affrontare le problematiche che di volta in volta si presenteranno e per coadiuvare il consiglio federale nell’esecuzioni delle delibere. Programmare,decentrare, coinvolgere, operare, affinché tanti possano dare il loro contributo e possano aiutare questo meraviglioso sport a tornare ad occupare il posto che merita. La federazione che si impegna per aiutare le squadre a nascere e che fornisca supporti utili, dialoghi franchi con tutte le società per capire le problematiche e supportarle laddove possibile, insomma, una federazione a fianco delle squadre e non contro le squadre, questa il cammino che il Consiglio Federale ha deciso di intraprendere e che ha incaricato di sviluppare. Stiamo già lavorando in questa direzione e abbiamo già intrapreso importanti contatti con diverse realtà operanti sul territorio e con i massimi esponenti statunitensi che hanno dimostrato condivisione di intenti per il progetto mostratogli. Approfitteremo della pausa pasquale per riuscire ad intensificare il lavoro e speriamo a breve di poter fornire il Consiglio Federale di buone opportunità tra le quali scegliere.
Il successo organizzativo di domenica è di incoraggiamento, ma purtroppo dobbiamo già dimenticarlo, troppe le cose da fare per permetterci di averne tante domeniche come quella. Una certezza ad oggi ci accompagna, tutte le squadre scese in campo fino ad oggi si sono rese conto che il divario tra i vincenti e i perdenti è dato solo dall’esperienza e dall’allenamento che i vari team fanno, non dai soldi che hanno a disposizione le squadre. Il campionato ad oggi sta premiando le due finaliste dell’anno scorso, e credo che difficilmente si sposterà, ma la certezza che ogni partita sia aperta a qualsiasi risultato è sicuramente un valore aggiunto di questo campionato. Due squadre un po’ più esperte, una un po’ troppo inesperta, noi, ma tutte molto vicine e questo rende ogni domenica una “maledetta domenica”, e questo è il bello di questa primavera.