Tanti auguri Giovanni

Ricorre oggi il compleanno ( oltre i settanta..) di un uomo che ha contribuito alla diffusione del football in Italia quanto i primi pionieri e i grandi giocatori. Nella Hall of fame del football italiano Giovanni Frisiani dovrà trovare il suo posto, dando a tutta la classe arbitrale la dignità che merita. Dopo le soddisfazioni lavorative raccolte in via Solferino negli uffici di un noto quotidiano nazionale, si è accostato al football grazie alla passione della figlia Barbara, già arbitro, e dopo un corso di qualche giorno a Caspoggio al camp tecnico che per la prima volta riconobbe la dignità e l’importanza degli arbitri in questo sport, cominciò a calcare i campi con l’umiltà di sapere di non dover essere il protagonista, ma la consapevolezza di dover essere il garante della incolumità fisica di tanti ragazzi e l’amministratore della giustizia in campo. Da venticinque anni corre su e giù, oggi dire corre su e giù non corrisponde proprio alla sensazione che dà, ma l’esperienza e la personalità fanno si che pur non correndo come una volta riesca ad essere preciso e puntuale come solo gli arbitri di grande spessore, per cui di poca visibilità, sanno essere. Approfitto di questo giorno oltre che per fargli gli auguri per ringraziarlo per quanto ha fatto e per quanto ancora farà per questo sport. Credo che lui ci abbia fatto capire quanto il diventare un buon arbitro sia difficile e presupponga la stesse passione e allenamento che abita nel cuore di chi tenta di diventare un buon giocatore. Tra i molti ricordi ai quali sono legato ce ne uno particolare, che è quello di aver arbitrato con lui una finale del campionato under 17 del 2009. Quella partita è riuscita a cambiare il mio approccio verso tutta la classe arbitrale. La mia scelta fu tanti anni fa quella di diventare un giocatore, poi un allenatore ma garantisco a tutti quelli che non possono fare una o l’altra cosa che lo stesso piacere che ho provato e provo sia da giocatore che da allenatore lo ho provato da arbitro. Non è un ruolo secondario, ne un ruolo facile o accessibile a tutti, ci vuole grande personalità, grande comprensione, molta passione e tanto allenamento, ma quando nessuno si accorge di voi ma solo della partita ne ricavate una enorme soddisfazione. Grazie Giovanni e tanti auguri di poterci ancora insegnare tanto.
Approfitto di questa felice occasione per dare la mia solidarietà a tutti gli arbitri che vengono criticati pesantemente e offesi da allenatori e giocatori più consoni a trovare scuse piuttosto che proprie colpe o meriti dell’avversario. Purtroppo la ricerca di giocatori e allenatori senza adeguata preparazione e cultura sportiva permette queste aberrazioni e spiace che non siano gli stessi compagni degli attori di gesti vigliacchi e incivili che allontanino o isolino queste persone. Non è più accettabile tutto ciò, se è inaccettabile insultare un arbitro non riesco neanche immaginare come si possa colpirlo. Nella dialettica sportiva un arbitro può anche sbagliare, ma a meno che non sia in mala fede, cosa che è da escludere, ha il diritto di farlo. Non ho mai visto un giocatore o un allenatore che picchia un ricevitore per una palla ricevibile non presa o un quarterback per un lancio fuori misura o un linebacker per un placcaggio sbagliato, e se lo facesse si ritroverebbe senza giocatori o senza compagni. Facciamo si che il giocatore o l’allenatore che alza le mani su un arbitro faccia la stesse fine, si ritrovi da solo, lui che non sbaglia mai a vivere nel suo mondo perfetto. Facciamogli capire che l’avversario non è l’arbitro, il quale è un garante del gioco e delle regole e non l’artefice del risultato. Se un giocatore commette un fallo è il primo che sbaglia, se l’arbitro non lo vede commette un errore, ma la domanda è se poteva vederlo in quanto per stabilirlo bisognerebbe conoscere non solo il regolamento, cosa poco diffusa, ma anche le dinamiche e la suddivisione dei compiti fra gli arbitri, ed infine se anche avesse sbagliato non avrebbe fatto niente di diverso da quello che fanno tutti e anche spesso sui nostri campi. Gli arbitri in questo sport non sono tutti uguali e ognuno ha dei compiti specifici. Quello che invece tutti gli arbitri sono, sono persone che rappresentano l’autorità in uno sport che insegna disciplina e se oggi insegnate e tollerate, o peggio lo fate per primi, che i giocatori manchino di rispetto agli arbitri, picchiarli è perfino al di la della mia immaginazione, come potrete pensare che obbediscano all’autorità vostra o di un captano che chiama lo schema? Perché dovrebbero rispettare la vostra di autorità se voi per primi non rispettate quella di chi è preposto ad esercitarla. No, sicuramente gli arbitri hanno fatto, fanno e faranno molti errori, ma sicuramente non più e non meno di quanti ne hanno fatti giocatori e allenatori. Pensate se quando dalla panchina sbagliate la chiamata di uno schema tutti gli arbitri venissero a urlarvi: “ Ma non hai visto, ma dove guardi , tutta la linea era schierata per un passaggio e tu hai schierato una difesa contro la corsa? “Pensateci perché questo è il futuro che vi aspetta se non rispetterete l’autorità.