il sapore dello sport

Ci si chiede cosa possa portare a far esultare un pubblico casalingo per l’unica squadra straniera della giornata. Ci si chiede cosa possa portare gli stessi giocatori di casa – i Wilddogs di Pforzheim – ad incitare a sguarciagola i Rams. Ci si chiede cosa possa portare i giudici a nominare Pierino #12 MVP dell’Offense del torneo (che succede a Paolo “Mattone” #66 eletto MVP Defense due anni fa). Ci si chiede tante cose se si nota il solo tabellone finale che vede i Rams al quarto posto (su sei squadre) sorridenti ed abbracciati, senza un perchè. Quel perchè però, va ricercato nell’anima della parola “Sport”, nel profondo di un concetto, sbandierato da molti, ma praticato da pochi. Che significa partire dal Saini Field a Milano, sciropparsi oltre 9 ore di pullman senza lamentarsi, per arrivare in Germania ed avere ancora la forza di onorare tutti gli avversari, con fair play sul campo, negli huddle ed in ogni singola azione, sudata sotto il sole di Pforzheim.

Il tempo di qualche bottiglietta d’acqua e un buon panino offerto dall’Hotel Fuego di Bretten ed è subito tempo di esordio contro i padroni di casa dei Wilddogs, vittoriosi per 14-0 grazie a 2 touchdown ben realizzati anche per qualche disattenzione biancoverde. All’uscita del campo tre certezze: uno, i nostri avversari hanno meritato; due, abbiamo molto da lavorare, pensando – come dicono Coach Randy e Coach Big – ai nostri errori personali e non a quelli dei compagni di squadra; tre, i Rams non sono ancora morti. Ed infatti grazie ad un’ottima Defense, il secondo incontro contro i Wolfpack, finisce in draw, senza touchdown segnati. Pareggio e sconfitta iniziale, permettono ai Rams di accedere alla finale ¾ posto, grazie alla vittoria dei “gemellati” Wilddogs sui Wolfpack.
L’incontro si gioca alle 17, permettendo qualche ora per riprendere fiato ed energie, mentali e fisiche. Gli avversari sono i Warriors, stranamente fischiati dal resto della tifoseria e squadre teutoniche. Sul campo si capisce perchè, un briciolo di scorrettezza unita a un po’ di paura, che si trasforma in un field goal a pochi centimetri dall’end zone. C’è chi come i Rams preferisce giocare (e segnare) “alla mano” dopo un touchdown e c’è chi preferisce avere la sicurezza dei 3 punti di un calcio piazzato all’adrenalina di sentirsi “vivi” in campo. Questione di stile. Il risultato finale è di 8-10 a favore dei Warriors, grazie ad un touchdown in corsa dell’MVP Pierino #12 e la successiva realizzazione “alla mano” di Andrea #43. Coppa in mano ai Twister che in finale battono i Wilddogs.

Che profumo ha la vittoria? Ogni persona potrebbe descrivere il suo personale, ma è sicuro che non è quello dell’argento della Coppa consegnata ai Rams per il quarto posto o del trofeo dato a Pierino. Ha il profumo dell’erba che scivola sotto le mani quando facciamo un signor placcaggio o quello delle maglie verdi che si stringono le une con le altre per abbracciarsi, ogni singola yarde guadagnata. Perchè nella vita non conta sempre il punteggio, anche se importante, ma la voglia di lottare come una squadra, per ogni singolo centimetro. Quello stesso centimetro, dalla consistenza di una goccia di sudore, che fa la differenza fra l’essere uomini ed essere soltanto dei giocatori. Appuntamento quindi all’anno prossimo con gli amici tedeschi e ancora prima con gli impegni della giovanile a Milano, non con la stessa grinta di sempre, ma con qualcosa in più. Perchè molti lo scrivono “sport”, ma noi lo leggiamo Rams.

Enrico Nunnari