Una diversa etica

I giorni prima di andare in campo con i miei compagni per arbitrare studiavo le meccaniche dell’arbitraggio. Premetto che le meccaniche , vale a dire chi fa cosa, cambiano a seconda di quanti componenti ha una crew arbitrale,

infatti ogni arbitro a dellezone da guardare e dei compiti a cui adempiere che cambiano in base al numero di arbitri in campo. Mentre studiavo, mi sono posto una domanda: se un arbitro a me vicino per posizione non vede un fallo che a me sembra netto commesso nella sua zona di competenza cosa devo fare? Lo segnalo io, rischiando di offenderlo o faccio finta di niente non essendo la mia primaria zona di competenza? Prevale il senso di squadra o la responsabilità di tutelare i giocatori? Dopo averci riflettuto credo che non ci debbano essere dubbi, fleggando il fallo farei il mio dovere oltre che onorare la squadra degli arbitri, infatti il senso di appartenenza alla crew fa sì che debba cercare che la stessa commetta

meno errori possibili e fleggando ciò che ho visto non faccio niente altro che compiere il mio dovere, come il mio compagno di squadra che non lo ha fleggato ha fatto certamente il proprio, in quanto sarei certo che per posizione o situazione potrebbe non aver visto. Potrebbe succedere però che arbitrando con compagni con cui non sono affiatato questi si offenda. in quanto potrebbe ritenere di aver visto perfettamente ed in quel caso sia stato io ha sbagliarmi. Questo è il rischio, ma anche in questo caso io fleggherei perché la domanda che mi sono posto è: quale è il mio dovere quando entro in campo con la squadra degli arbitri? La risposta è garantire il rispetto delle regole e tutelare i giocatori, non quello di non offendere compagni di squadra particolarmente permalosi, inoltre nulla vieta dopo una veloce spiegazione di girare la mia fleg, annullando la mi adecisione. Poniamo il caso giocando da back judge in una crew da cinque, che girando la testa io veda una clamorosa interferenza nella zona di competenza del line judge che questi non ha fleggato, cosa fare? Senza dubbio tiro la flag, poi potrebbe darsi che il line judge spieghi che lui aveva visto che la palla lanciata dal quarterback era stata toccata da un uomo di linea di difesa e per questo motivo non aveva tirato la flag. Bravissimo ottima spiegazione ed ottimo comportamento di tutti gli arbitri i quali avranno dato non solo l’impressione ai giocatori di essere tutelati appieno, in quanto ognuno della squadra a giudicato ciò che ha visto, ma anche di essere molto attenti a quanto succede in campo. Potrebbe anche darsi, invece, che il line judge per diversi motivi non fosse stato in grado di giudicare l’interferenza, che so perché stava inciampando o perché distratto da qualcosa, ed in quel caso la crew aveva comunque svolto il proprio lavoro avendo sanzionato ciò che aveva visto anche se in uno solo dei suoi componenti. Basta sempre ricordarsi il motivo per cui si è in campo, avere l’umiltà di capire che si può sbagliare e che non è una tragedia e che questo non diminuisce il rispetto che giocatori e coach devono all’arbitro o alla crew, ma anzi dovrebbe accrescerlo apprezzando il fatto che lavorano come una squadra e non come persone a se stanti. Se giocando ricevitore in uno schema di passaggio tocco la palla senza trattenerla e questa viene presa da un mio compagno non mi arrabbio per il mio errore, gioisco per la ricezione del mio compagno, e soprattutto quello che conta è che la squadra realizza un completo. Più ci rifletto e più mi piace arbitrare e se qualcuno pensa che magari ti tocca sentire offese dal pubblico, vi garantisco che più di quante ne ho sentite quando giocavo non basterebbe un’altra vita e poi quanto mi piaceva anche farmi insultare e rendere al meglio.