I video giochi e lo sport

Già due genitori recentemente ci hanno contattato per sapere se la squadra poteva essere una soluzione per i loro figli che passano diverse ore, probabilmente troppe, attaccati alla console a giocare ai video giochi e spiegandoci come tale pratica stia diventando non più solo un problema ma qualcosa di più serio e attribuendo la colpa di tali comportamenti alla pigrizia del figlio ed alla sua apatia rispetto alla scuola. Premesso che i Rams non sono una comunità terapeutica, quello che noi crediamo è che lo sport sia formazione e che faccia bene in generale, che possa anche aiutare in alcune circostanze, ma che non possa e non debba essere la sola soluzione a problematiche complesse. Una domanda mi sorge spontanea: chi ha comprato la console ai ragazzi? A chi andava bene di parcheggiare un ragazzo davanti ad una consolle al posto di dedicargli un po’ di tempo per giocare insieme a qualsiasi tipo di gioco? Perché stupirsi poi se la tecnologia diventa l’unico mezzo di interesse quando siamo stati noi che lo abbiamo fatto diventare tale? I ragazzi amano giocare e per giocare intendo quello che oggi meglio si definisce come attività sportiva, ma spesso i genitori ritengono i propri figli troppo stupidi per prendere un tram o una metro e recarsi al campo a giocare, per cui non potendoli accompagnare, preferiscono lasciarli davanti alla televisione o alla consolle, per poi stupirsi quando questi mezzi tecnologici prendono il sopravvento ed incolpare il figlio di mancanza di interessi. Il mondo, malgrado ciò che raccontano i media, non è popolato da orchi, i tram sono mezzi di trasporto normali e se il tragitto è un po’ lungo, si può utilizzare tale tragitto per leggere un libro o ripassare una lezione. Certo poi su un campo da football si corre il rischio di prendere un colpo o perfino di spelarsi un ginocchio, ma si impara anche a relazionarsi con gli altri, a rispettare le regole, ad arrivare puntuali ad essere disciplinati e tante altre cose utili per il vivere in una società, inoltre lo si fa divertendosi, e ci si riesce perfino a farlo anche se piove. Certamente il football non è l’unica alternativa alla consolle, ci sono molti altri sport o anche tanti parchi sotto casa in cui poter giocare, ma quello su cui inviterei i genitori a riflettere è alle scelte che fanno trincerandosi dietro alla comoda affermazione che ce l’hanno tutti o lo fanno tutti. Non è così! Lo fanno tutti quelli che lo vogliono fare, tutti quelli che non sanno

contrapporre alternative alle cose più comode. Tutti ci lamentiamo della tristezza di vedere bambini con in mano costantemente i cellulari, senza renderci conto che, spesso, siamo che abbiamo dato quell’esempio e noi che abbiamo comprato il cellulare. Il cellulare è comodo per i medici che debbono essere reperibili, per tutti coloro che svolgono lavori che li obbligano ad essere sempre a disposizione, non per bambini che gli adulti dovrebbero sempre sapere dove sono a prescindere dal cellulare. Tralasciamo sui danni che le onde elettromagnetiche possono fare a bambini o ragazzi, ma pensiamo solo agli effetti collaterali che tale strumento fa, e pensiamo anche alluso che ne facciamo noi. Non crediamo quindi che la squadra sia una soluzione per quella che riteniamo sia una patologia vera e propria e che pensiamo che per la sua soluzione sia meglio coinvolgere degli specialisti, crediamo però che lo sport, il football nel nostro caso siano una valida alternativa per prevenire tali problemi e riteniamo che, visto l’importanza della posta in gioco, sia meglio chiedersi prima, in questo caso, cosa sia più giusto e non dove o sbagliato poi. Non sempre la scelta più comoda di oggi si dimostrerà tale anche domani