Giochiamo soprattutto con la testa.

Quali e quante sono le caratteristiche più importanti per un giocatore? Cosa fa la differenza spesso in una partita che finisce punto a punto? Credo che tra le caratteristiche fondamentali per un giocatore dobbiamo certamente annoverare quelle mentali. La capacità di concentrazione, la capacità di astrarsi dal contesto globale per vivere il momento, la situazione e imitare quello che si è riusciti ad

immagazzinare come immagine, sia fondamentale. Per questo dopo aver preparato il fisico con un’adeguata tonificazione e potenziamento, dopo aver cominciato a metabolizzare i fondamentali per un po’ di giovedì lavoreremo con il nostro mental coach sulla preparazione mentale e la gestione dell’ansia, tecniche che non rimarranno finalizzate al solo impegno sportivo, ma che avremmo piacere che venissero poi utilizzate nella vita di tutti i giorni quando dovremo incontrare situazione che potremmo assimilare agli impegni agonistici. Interrogazioni, esami, colloqui di lavoro, incontri con la ragazza che ci interessa particolarmente, sono tutte situazioni che potrebbero provocarci ansia o stress ed utilizzando le medesime tecniche che Marco Ghezzi, il nostro mental coach o psicologo dello sport come preferiamo definirlo, cercherà di trasmettervi ed insegnarvi, tutto questo dovrebbe divenire stimolante anziché stressante. Oggi più che mai si sente parlare di Mindfulness come panacea di molti mali, in quanto solo recentemente grazie agli strumenti che la scienza ci ha messo a disposizione, possiamo valutare e constatare quanto l’attività fisica associata ad un adeguato impegno nel rilassamento e meditazione migliorino la nostra esistenza. La scienza si è spinta oltre ed ha dimostrato come ci siano precise tecniche per migliorare le proprie prestazioni sportive e non solo. Quante volte sentiamo dire a sportivi affermati che hanno sbagliato l’approccio alla gara, o che non era presenti con la testa o tante altri

giustificazioni sullo stesso tono, proprio perché a fronte di un impegno importante si sono limitati a prepararsi esclusivamente da un punto di vista fisico atletico, ma non mentale. Pensando che se si fosse riusciti ad aumentarla spingendola fino al limite, la forma fisica e la preparazione tecnica, avrebbero  temprato anche la mente e non solo il fisico. Tale pratica certamente migliorava la prestazione, in quanto non si può andare al limite se non si coinvolge anche la testa ma oggi non è più sufficiente una preparazione che non sia specifica anche per la testa. Oggi si può e si deve fare di più ed essendo tra i primi che si sono addentrati nello studio di tale pratica sarebbe stupido che non ne approfittassimo. Giovedì scorso abbiamo fatto la prima seduta introduttiva di un percorso che dovrebbe accompagnarci durante tutta la stagione ma ci auguriamo anche durante tutta la vita, un passo per volta come abbiamo imparato e usando la stessa determinazione ed impegno  ci accorgeremo dei miglioramenti.