Lasciate al football i suoi valori.

Domenica sera gli sfavoriti Eagles hanno vinto il loro primo Superbowl, dopo aver sfiorato questa possibilità negli anni 80. Grande organizzazione come al solito e grande spettacolo, grazie ad una partita bella e combattuta. Non amo lo sport professionistico, che non considero sport ma un lavoro normale fatto per professione, ma apprezzo lo spettacolo quando è bello e certamente il Superbowl è stato un bello spettacolo. Quello che non sopporto è il voler a tutti i costi ragionare in termine calcistici, purtroppo ora anche da parte degli americani, di un gioco che è totalmente diverso dal calcio. Se infatti nel calcio un giocatore solo può fare una grande differenza la stessa cosa non può avvenire nel football dove è la squadra che fa la differenza e mai il singolo.  La prova di ciò la ha data il qb degli Eagles che pochi anni fa in squadre non all’altezza non riuscì a mettersi in mostra mentre ora in una buona organizzazione e con una buona squadra ha vinto il Superbowl. Da anni sosteniamo che il football è una grande opportunità di crescita, proprio perché ormai da anni il lavoro non viene più svolto da una singola persona ma sempre da una equipe, in tutti i campi. Non esiste più il grande chirurgo ma una equipe diretta da un grande chirurgo, così come non c’è piu un grande sarto, ma una squadra che confeziona vestiti, non c’è più un ing Ferrari che costruisce la sua auto, per intenderci, ma la Ferrari che è composta da tante persone ben guidate e capaci, che insieme producono l’eccellenza.

Il superbowl non lo ha perso Brady e non lo ha vinto Foles, ma la squadra meglio organizzata e probabilmente con una forza mentale in più questa volta. Credo che ormai tutti abbiano capito che a un certo livello, ma non solo, la differenza tra due squadre che più o meno si equivalgono, la faccia la testa, la capacità di concentrazione, di riuscire a fare quello che si deve senza subire condizionamenti o cadere vittima della pressione e avendo il piacere di farlo. Per questo riteniamo che il football sia un grande sport formativo per tutti, capace di insegnarci a lavorare tutti insieme per il medesimo obbiettivo, e se molte aziende ci chiamano per parlare di questo è segno che a dispetto di chi reputa di dover per forza cercare il fenomeno in una vittoria, sia molto più importante saper riconoscere il valore di una squadra intera. Un grande solista non può che venire che esaltato da una grande orchestra, ma state certi che non salverà un concerto se gli altri musicisti non saranno all’altezza. Il problema di una squadra, ma anche di una comunità o addirittura di una nazione inizia quando anziché lavorare tutti per raggiungere un obbiettivo si pensa che siano altri a doverlo fare limitandosi a criticare. Spero che questo campionato riusciamo a capire e mettere in pratica questo semplice concetto: solo se ci impegneremo tutti in allenamento miglioreremo la nostra tecnica e permetteremo al nostro compagno, che si opporrà a noi, di migliorare la propria per contrastarci e solo così potremo raggiungere le soddisfazioni alle quali ambiamo.