Reclutamento e credibilità.

Parlavamo ieri delle difficoltà di molte squadre di reclutare giocatori, in molti casi dato da una mancanza di programmi, da una scarsa propensione al reclutamento e ad una oggettiva attenzione a proporre campionati attrattivi e piacevoli da seguire. Credo che sia su questi tre fronti che dovremo muoverci in futuro. La mancanza di programmi genera come conseguenza la mancanza di obbiettivi chiari e valutabili. Abbandonata l’idea, per noi sbagliata, di eliminare il football a 9, disatteso il parere delle squadre di chiamare il campionato a nove giocatori campionato italiano e non con l’errato nome di tersa divisione, si continua a navigare a vista senza dare alcuna linea guida per stilare un programma credibile e realizzabile per tale campionato che stante il numero delle squadre rappresenta l’ossatura della Federazione. Inoltre la mancanza di attrattività data da questo campionato che per numero di partite dovrebbe certamente essere quello che più viene visto, fa si che anche l’effetto emulativo da parte di tanti ragazzi, venga meno. La mancanza di continuità delle giornate di gioco, lo scarso equilibrio di forze nei gironi, fa sì che sia difficile riuscire ad essere attrattivi sia per il pubblico che per aspiranti giocatori, con conseguente diminuzione progressiva di atleti che vogliono provare il nostro sport. Si potrebbe ipotizzare di giocare da metà gennaio e finire a metà marzo con la finale verso Pasqua, sarebbe anche un incentivo per le squadre che potessero a passare a undici per poter giocare in una stagione migliore, oltre che a permettere a i tanti giocatori impegnati di poter assistere alle partite delle serie superiori, colmando quel gup di pubblico che in questi anni è venuto a mancare ma che era molto presente negli anni del boom del football. Tutto questo dovrebbe essere affiancato da incontri da parte delle società, o dei comitati

regionali con i ragazzi in cui illustrare il nostro sport i i suoi benefici a tutti i livelli ed in tutti i campi, ma questo dovrebbe essere fatto soprattutto con comportamenti messi in atto da chi il nostro sport lo pratica o lo dirige, cominciando con comportamenti leali e corretti, rendimenti scolastici apprezzabili e quant’altro. Sarebbe bello per esempio che a livello giovanile per giocare in campionato fosse obbligatorio avere almeno tutto sufficienze a scuola, cosa per altro che già pretendono in USA, cosi da dare un incentivo forte a chi pratica football e ribadire il concetto che lo sport non faccia bene solo al fisico ma aiuta la memoria, il rispetto delle regole e delle persone, la disciplina, la concentrazione ecc. Come sempre queste sono solo proposte, idee, non certo le uniche soluzione e magari neanche quelle giuste, ma prendetele come un tentativo per non assistere passivamente ad un nuovo declino del nostro sport.