Scouting non fusioni.

Spero che ormai tutti si siano convinti che il football da due anni a questa parte è in regressione. E’ una situazione che abbiamo già vissuto almeno altre quattro volte ed ognuna di queste abbiamo lasciato andare le cose fino al fallimento, in alcuni casi o molto vicino ad esso in altri. La ricetta che molte società adottano nel momento in cui comincia a balenarsi la crisi è quella di tentare di prendere giocatori alle squadre a fianco, facendo così un grave danno: primo indeboliscono le squadre vicino, secondo non aumentano il numero di praticanti e giocatori. L’unica ricetta per invertire la tendenza è aumentare notevolmente lo scouting e soprattutto, se si è convinti di giocare allo sport più bello del mondo, come lo siamo noi, andare in giro a far conoscere il nostro sport. La Federazione deve ricordarsi di questo nello stilare i calendari. Deve lasciarci il tempo per poter andare in giro a farci conoscere, deve darci il tempo di fare anche delle amichevoli, magari in zone mirate, dove non sanno neanche che esiste il football. Le società devono ricordarsi che il football è uno sport che prevede una grande organizzazione ed una serie di persone che se ne occupino, questo è sempre stato un grande valore, perché permette alle persone più svariate, con caratteri ed attitudini diverse e con diverso tempo da dedicare alle società di poterne fare parte attiva. Oggi ci sono figure, una volta non così importanti che sono diventate fondamentali per la sopravvivenza delle società sportive. Ogni regione e quasi ogni comune emette annualmente dei bandi per concedere contributi a chi fa sport con continuità e ci vuole qualcuno che segua tutte

 queste cose, così come è importante trovare speaker preparati che spieghino il gioco ai neofiti che vengono per la prima volta ad assistere ad una partita, cosi da farli appassionare, così come ci sono altre mille posizioni, fondamentali, inutile ripetere quella di arbitro, che non solo permette a chi ancora vuole sentirsi un agonista di giocare in una squadra, quelle delle zebre appunto, ma permetterebbe fi ridurre sensibilmente i costi. La federazione dovrà muoversi in questo senso se vorrà invertire la tendenza. Vi sembra possibile che tutta Italia debba spendere centinaia di euro per mandare ogni week end in Sardegna arbitri dalla terra ferma? Possibile che dopo oltre trent’anni che si gioca a football in Sardegna, avendo anche avuto una base Nato molto importante sul posto, non siano riusciti a formare almeno sei arbitri così da ridurre il loro costo a poche decine di euro? La stessa cosa vale per molte altre zone dell’Italia in cui ci sono magari sei o sette squadre ma un solo arbitro. Il football è uno sport di squadra e ci insegna a lavorare tutti insieme per il bene comune, la Federazione che rappresenta questi valori dovrebbe ricordarlo a tutti, la crisi del football nasce dal fatto che alcune società ed alcuni dirigenti antepongono il bene proprio al bene di tutti, senza rendersi conto di dove stiamo andando. Quando il football era in crescita lo erano anche gli arbitri, ogni mercoledì erano in ansia nella speranza di essere designati per il week end esattamente come i giocatori che speravano di entrare nel roster. Impegniamoci tutti, il nostro sport è talmente bello ed utile che basta solo farlo conoscere perché i ragazzi ed i non ragazzi se ne innamorino, ma dateci il tempo per farlo e sollecitate che magari se ne è dimenticato. Se siete d’accordo magari condividete questo articolo sarà anch’essa un modo per farci conoscere.