Emozioni.

Mi è capitato spesso di commuovermi durante questa estate davanti alle performance di atleti italiani nelle varie competizioni che si sono svolte durante i mesi di luglio ed agosto. Ogni volta ripensavo a quando quelle emozioni le avevo vissute anch’io in campo. C’è una cosa che le accomuna tutte, non importa se vinci la coppa del mondo, l’Olimpiade o il torneo del bar, quello che importa è il lavoro che hai fatto per arrivare a quella vittoria. I sacrifici, le rinunce, l’attenzione maniacale al particolare che dovevi e volevi migliorare, e nel momento in cui questo ti riesce, il quel momento in un attimo rivedi tutto il percorso che ti ha portato a quella vittoria. Quanto dura quell’emozione? Attimi. C’è un momento in cui capisci che è successo, ma in quello stesso momento hai già voglia di riviverlo e ti poni già un nuovo e più ambizioso traguardo. Mi viene in mente quello che rispose Tony Dorsett, famoso running back dei Dallas Cowboy degli anni ‘80, alla domanda:” che cos’è una meta?” Dorsett rispose” È come un orgasmo con Jane Fonda – (splendida attrice dell’epoca) – poi ti giri e ti rendi conto che sono solo sei punti”. Emozioni dunque che durano un secondo ma che niente al mondo può eguagliare. Emozioni che ti danno la voglia di riviverle, ma che ti danno anche la forza di continuare ad inseguirle quando non riesci ad arrivarci, insegnandoti a conquistare i tuoi traguardi, perché solo la conquista, ti da quelle emozioni. La tua vittoria sta proprio nel raggiungimento del tuo obbiettivo che dovrà essere difficile ma raggiungibile e nel football hai un vantaggio in più per riuscire a raggiungerlo: la squadra. Una vittoria è molto più bella se condivisa così come una sconfitta è certamente meno amara se subita insieme. Come dimenticare lo sguardo dei miei compagni dopo una sconfitta pesante contro le basi nato, sguardo di impotenza, di rabbia, e come dimenticare il sorriso che seguiva quel momento di sconforto, consapevoli di aver fatto tutto, aver dato il massimo. Ogni livido ci avrebbe ricordato su cosa avremmo dovuto lavorare per diventare più competitivi. Non ci restava che abbracciarci e ringraziare i nostri avversari per la lezione. Squadra, squadra non sono solo i tuoi compagni di reparto, sono anche quelli con cui ti misuri ogni allenamento, sono quelli con cui soffri durante la preparazione atletica, sono anche i tuoi allenatori che si affanno per cercare di spiegarti il modo migliore per farti capire le cose, sono tutti coloro i quali si adoperano perché tutto funzioni alla perfezione, perché ognuno possa essere messo nelle condizioni di rendere al meglio. So che potrei scrivere per ore per cercare di descrivere le emozioni che ho provato nel football, ma so che nessuna emozione riesce ad essere descritta per quello che è stato, è o sarà, c’è solo un modo per capirle: provarle. Le emozioni si vivono, non si raccontano, solo vivendo si può capire fino in fondo cosa vuol dire: “La gente come noi non molla mai!”.