Un impegno via l’altro.

Sembra ieri che ci ritrovavamo per il primo allenamento e già ci sembra di essere stretti con i tempi di preparazione. Il football è così, vorresti riuscire sempre a bruciare le tappe, a vedere già i ragazzi indossare tutti casco e paraspalle e muoversi all’unisono attacco contro la difesa, ma proprio il football ci ricorda che ogni cosa ha il suo tempo e che non basta pensare di aver capito una cosa per riuscire a realizzarla, ma solo la costante ripetizione del gesto farà sì che questo diventi parte di noi. Anche l’altra sera un piacere vedere la squadra allenarsi, vecchi e nuovi già diventati tutt’uno che si impegnavano consapevoli che solo da un buon allenamento nascerà una nuova squadra e che solo l’allenarsi insieme farà sì che la coesione possa aumentare. Quello che si evince fin da i primi passi è la difficoltà di concentrazione dei debuttanti rispetto a chi ha già alle spalle uno o più anni di esperienza. Tanti i movimenti che la palla ovale pretende a differenza della logica sferica e tanta l’attenzione per chi per anni ha vissuto in quella logica. Molti ritengono per esempio che un ragazzo che ha giocato portiere possa essere facilitato nel ruolo di ricevitore, mentre è esattamente il contrario dovendo modificare completamente il suo modo di ricevere il pallone. C’è tanto lavoro da fare, ma questa è la sfida per i coach e per i ragazzi e non c’è niente di più bello che assistere, grazie al loro impegno, ai loro miglioramenti, che siamo sicuri non saranno solo sportivi, ma l’intera loro vita ne trarrà vantaggio, come è accaduto per tutti noi e allora si capirà meglio il significato del perché si dice: “Rams? Is enough!”