QUELLA SPORCA ULTIMA DOMENICA – Rubrica biancoverde di Cinema e Sport – #11 Non c’è niente di cui avere paura
Marzo è diventato un mese difficile per noi Rams, di dolore, ma anche di memoria e di vicinanza; e questo articolo non ha voluto, né potuto, essere da meno, quindi vi prego di perdonarmi se mi farò un po’ trascinare dall’emozione e non abbiatemene se vi trascinerò con me.
Un anno fa abbiamo perso una delle persone più importanti della nostra vita e io oggi vorrei ricordarla con uno dei miei, e dei suoi, film preferiti di sempre: Il Paradiso può attendere.
Ho sempre pensato che Paolo non avesse molti “idoli”, ma in questo anno di rubrica per me è stato incredibile accorgermi di quanto fosse figlio dei suoi modelli cinematografici: il machismo burbero, la goliardia e il temperamento di Paul Crewe (Quella sporca ultima meta) si sposavano, anzi, si scazzottavano, con il buon cuore, la simpatia e la curiosità quasi ingenua di Joe Pendleton, il protagonista di oggi. Questi articoli mi hanno aiutato a fare i conti con quello che non c’è più, ma soprattutto con quello che ci sarà per sempre, e i film mi hanno permesso di riviverlo e rivederlo nelle azioni dei tanti mentori che affollano le panchine del grande schermo.
L’anno scorso, quando mi chiedevano come stessi, rispondevo che mi sollevava il fatto di percepire forte la sua presenza nella quotidianità, ed è ancora così. Lo sento ogni volta che rifaccio il letto come prima cosa la mattina, quando mi riscopro a canticchiare mentre porto a spasso il cane del mio coinquilino, quando sento urlare “forza Rams!”.
Vorrei condividere con voi un piccolo aneddoto che mi lega in particolar modo al titolo di oggi. Quando ero piccolo dormivo sempre con le lenzuola tirate fino al mento perché avevo la fobia dei vampiri e del buio. Voi direte “il solito scemo”, ma Paolo, pur pensandolo sicuramente, non me lo disse e non mi disse neppure che i vampiri non esistono. Invece mi diede un bastoncino di plastica da caffè e mi rivelò che se l’avessi tenuto con me sarebbe diventato una spada di luce e mi avrebbe protetto.
Ecco, sono sicuro che in questi anni ognuno di noi abbia ricevuto un qualche bastoncino su misura, e anche se magari non li abbiamo più con noi, adesso sono certo che abbiamo imparato che “non c’è niente di cui avere paura”.
Ciao Paolino, e grazie.
Il Paradiso può attendere (1978) di Warren Beatty e Buck Henry
Titolo originale: Heaven Can Wait
Interpreti: Warren Beatty, Julie Christie, James Mason, Jack Warden
Dove trovarlo: Chili (2.99), Google Play (2.99), Prime Video (2.99/3.99), Dailymotion (ma non ve l’ho detto io)
Ripresosi da un brutto infortunio al ginocchio, il quarterback di riserva Joe Pendleton (Warren Beatty) ce la sta mettendo tutta per tornare in forma in vista del Super Bowl; tanto che il suo allenatore e migliore amico Max Corkle (Jack Warden) gli comunica che sarà proprio lui a guidare i Los Angeles Rams nella finalissima.
Il destino sembra però avere altri programmi, perché Joe rimane ucciso in un grave incidente stradale e si ritrova nell’anticamera del Paradiso, dove una lunga fila di anime sta aspettando di imbarcarsi per la “destinazione finale”. Dopo aver scoperto che Joe avrebbe dovuto vivere altri cinquant’anni e che si trova lì per un errore del suo angelo accompagnatore, interviene Mr. Jordan (James Mason), il responsabile, che gli offre di tornare sulla Terra nel corpo di qualcun altro, essendo il suo già stato cremato.
Dopo aver visto alcuni candidati, la scelta di Joe ricade sul miliardario senza scrupoli Leo Farnsworth, appena avvelenato dalla moglie e dal segretario. A convincerlo è anche l’incontro, a casa dell’uomo, con Betty Logan (Julie Christie), giornalista infuriata con Farnsworth per la costruzione di una sua raffineria in una zona rurale abitata, e la convinzione di poter fare del bene con i mezzi del magnate.
Prese le redini della sua nuova vita, per la disperazione della moglie-quasi-assassina, e dopo aver bruscamente invertito la politica immorale dell’azienda davanti agli occhi sbalorditi di stampa e azionisti, Joe/Leo fa convocare il coach Corkle e gli rivela, rivelandosi, di non aver mai perso di vista l’obiettivo: giocare il Superbowl; stavolta nei panni di Leo Farnsworth.
Che l’abbiate già visto o meno, vi consiglio e vi prego di guardare questo film, non per un mero masochismo, ma per quella dolcezza che me l’ha fatto sempre amare. Tutto, dalla storia alle date degli avvenimenti, dalla squadra di football a un trucchetto di prestigio molto familiare, mi hanno ricordato Paolo; e in questa atmosfera di magia mi piace credere che le coincidenze non esistano. Diciamo che mancavano solo i coppini.
Come per ogni film che vedevo con Big, non ho potuto fare a meno di guardarlo in italiano, e dopo un confronto tra le due versioni devo dire che quella doppiata mi è piaciuta molto di più, per non parlare poi della bellissima colonna sonora.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi abbraccio forte, che lo vogliate o meno!
Riccio #66