Superbowl per pochi o festa del Football Americano?

La pioggia ha risparmiato il 29° Superbowl ed alla fine il sole ha premiato gli sforzi di tanti appassionati per riuscire ha dimostrare che esiste un altro modo di fare organizzazione nel football, un modo che prevede molto più impegno e coinvolgimento da parte dei dirigenti, ma un modo più vero, quello che ci piace. Cominciamo con il raccontarvi che già sabato pomeriggio con l’uscita Sul Corriere della Sera e Tuttosport di un quarto di pagina sulla finale si capiva che i vari sforzi indirizzati a contattare tutti gli amici, a coinvolgere ex praticanti ora in posti di responsabilità nei media, stava cominciando a produrre qualche effetto, poi le riviste, infine la partecipazione a mondo fitness, bella vetrina, dava la sensazione di tornare agli anni pionieristici del nostro sport, vi immaginate in quale altra Federazione il Presidente Federale va ha comprare le salsicce da arrostire il giorno dopo? Bene è successo anche questo e la cosa la dice lunga non tanto sulla passione del Presidente e l’indiscussa voglia di fare, ma sullo scarso coinvolgimento delle società nel collaborare alla riuscita di un evento che riguarda tutto il movimento, non solo le due squadre partecipanti e quella organizzatrice. Per carità tutti avranno avuto mille motivi validi per non esserci, ma come mai gli stessi dirigenti si lamentano quando i mille motivi validi ce li hanno i giocatori? Ecco direi che se i dirigenti del football torneranno a pensare la federazione come la casa di tutti ed il Super Bowl come la festa di tutto il movimento e non come una partita di finale vedrete che come per incanto il football americano tornerà ai fasti di un tempo. Si cari amici quando facevamo 20.000 spettatori a Rimini almeno cinquemila erano giocatori con famiglia e amici, e quando i media vedevano questo coinvolgimento capivano che interessarsi dell’evento era obbligatorio. Ieri non solo i dirigenti presenti non erano molti, ma perfino una squadra delle due finaliste ha disertato la presentazione a mondo fitness. Mi spiace per gli amici Red Jackets ma se non volevano far partecipare i giocatori, almeno coach e dirigenti avevano il dovere morale di gratificare con la loro presenza il gran lavoro fatto da tutta l’organizzazione per dare la massima visibilità ad un evento che riguardava si loro, ma anche e soprattutto tutta la FIF. I Bengals con la loro presenza hanno dimostrato non solo che si può vincere anche sottoponendosi ad impegni istituzionali, ma anche che hanno capito prima di altri che solo se tutti facciamo dei piccoli sforzi si otterranno grandi risultati. Veniamo poi a ieri, alle 8 mentre mi recavo alla SS. Messa o dovuto attendere prima di riuscire ad uscire dall’albergo per il forte temporale, raggiunta la chiesa stavo pensando agli sforzi di tanti amici che sarebbero stati vanificati. Il vangelo di ieri, per lo meno quello del rito romano, raccontava la parabola di quando gli apostoli in barca sballottati dalla tempesta sveglino Gesù impauriti e lui gli ricorda chi è, e calmate le acque li riporta a riva. Non vorrei sembrare blasfemo, sicuramente sarà stata un coincidenza, ma all’uscita dalla SS. Messa, il sole cominciava a fare capolino e per tutto il giorno, malgrado a Roma abbia anche grandinato in alcune zone, nelle vicinanze e sul campo non è mai piovuto. Protetti da un forte vento le squadre hanno potuto giocare la loro partita davanti ai propri tifosi giunti abbastanza numerosi, a qualche centinaio di curiosi, più qualche, che centinaio, e agli amici del football , quelli che ci sono sempre, quelli che ogni volta che sentono l’inno nazionale e vedono i caschi da football hanno anche le lacrima agli occhi. Per cui ecco spuntare sulla tribuna il decano degli arbitri Giovanni Frisiani, sempre in ottima forma, Marcello Lo Prencipe con il quale ho condiviso la telecronaca e tanti ricordi, come conviene a due pensionati dell’Inps. Poi molti altri tra cui On . Claudio Barbaro, Presidente dell’ASI, che non solo ha fatto le premiazioni assieme al Presidente Vincenzo Pietragalla, ma ricordando i suoi trascorsi da giocatore è venuto ad assistere dall’inizio alla partita per il piacere di vederla al di la del suo compito istituzionale, lasciandosi perfino andare durante l’intervista di rito condotta dall’addetto stampa della federazione Alessandro Tanassi, all’impegno di portare il nostro sport all’interno del CONI. Presente Lelio De NIcolo, consigliere federale,Gabriele Picelli con la moglie, presidente dei Bob Cats, Claudio Minguzzi grande amico di tutti e candidato al consiglio Federale. Poncho haed coach dei gladiatori, ottimo il loro coinvolgimento e la loro organizzazione, Marco Bozzarini e suo fratello, con il quale mi scuso per non averlo riconosciuto, ambedue componenti dei Marines Lazio ai quali facciamo il nostro più sincero in bocca al lupo per un buon SuperBowl, assente ma stragiustificato Fabio Tortosa il quale ci aveva informato il giorno prima della nascita di Claudia, per cui nel complimentarci con lui auguriamo a tutta la sua famiglia una vita serena e felice, mi scuso fin d’ora con i tanti che non ho citato. Splendido il lavoro svolta dal Segretario Federale Fabrizio Cupellini, che finalmente alla fine si godeva alcuni meritati secondi di relax con i bambini. Brillano alcune assenze, quali quella dei Briganti neo vincitori del Silver Bowl che avremmo salutato volentieri, ma sono sicuro che avranno avuto sicuramente impegni inderogabili. Infine diretta TV grande evento mediatico anche perché mi dicono che sarà riproposta con la mia telecronaca che purtroppo non ho ancora ascoltato, e di cui mi scuso in anticipo se non è stata all’altezza delle vostre aspettative. Sicuramente non è facile fare un commento comprensibile a tutti, soprattutto ai neofiti, ne è facile farlo da un trespolo mentre soffia un vento deciso che fa volare via tutti i fogli e con un solo monitor messo in una posizione non strategica, è anche vero che Marcello è stato bravissimo, specie nel ricordarsi tutti i nomi, ma abbiate comprensione per lo meno per la mia età. Lascio per domani il commento tecnico sulla partita.