La palla di neve comincia a crescere

“ ….. Perchè una cosa vogliamo sia chiara,che non vi siano equivoci di sorta :la nostra idea che sia necessario un CONI diverso da quello che oggi abbiamo, non muta … Perché le critiche, gli appunti che abbiamo avanzato nei mesi scorsi – solo per limitarci all’ultimo periodo – al Coni, alla sua gestione ma, soprattutto alla sua idea di come governare lo sport italiano , rimangono. Tutte e inalterate.
Credevamo e continuiamo a credere che nel nostro Paese lo sport, il suo vertice, il suo governo, continuano a pensare il mondo sportivo solo come quello delle medaglie e dei podi olimpici, lasciando ai margini, nella migliore delle ipotesi, lo sport di base della salute fisica e mentale di tutti noi, a partire dai giovani. Ci siamo sgolati per richiamare l’attenzione del Coni su questo errore colossale di impostazione. ….”
Queste poche frasi sono state estrapolate, per sua gentile concessione, da un redazionale molto più articolato scritto dal Presidente dell’ASI Claudio Barbaro già membro della giunta del Coni nello scorso quadriennio, su Primato la rivista dell’ente di promozione sportiva. Ci fa piacere constatare che il nostro punto di vista comincia ad essere molto meno isolato di quanto pensassimo. Ci fa piacere constatare che uomini di sport, persone che hanno speso la loro vita per cercare di migliorare la situazione sportiva nel paese, siano giunti alle nostre stesse conclusioni: lo sport è un patrimonio di tutti, un diritto di tutti, e deve essere impostato perché possa essere una base formativa importante. Nessuno pensa di essere un genio, mens sana in corpore sano, non lo abbiamo inventato sicuramente noi, ma qualcuno viceversa ha cominciato a sottovalutare l’aspetto formativo relegando gli atleti a sorte di saltimbanco, pronti a vendersi al miglior offerente. Una volta il campione rappresentava la sua squadra, la sua città, la sua nazione e d il suo popolo oggi rappresenta solo il suo conto in banca ed è rappresentato dal suo agente o procuratore. Oggi si tende a far praticare lo sport ai ragazzi, non per farli divertire ed insegnargli una disciplina mentre si formano il fisico, ma nella speranza che abbiano abbastanza talento o riescano a conoscere le persone giuste per riuscire a svoltare. L’alternativa a questa mentalità è considerare lo sport una perdita di tempo o un’arma di ricatto per far studiare i figli. No, lo sport è e deve rimanere nella stragrande parte dei casi un mezzo di formazione divertente, deve insegnare a concentrarsi sfogandosi, deve permettere di esprimere l’aggressività insita nella gioventù attraverso delle regole, deve irrobustire il corpo attraverso un sano esercizio fisico ed una dieta equilibrata. Deve insegnare ad impegnarsi a fondo per vincere ma ad accettare la vittoria, il rispetto per l’avversario, che non è mai un nemico, il rispetto per gli arbitri che sono strumento indispensabile e necessario per permettere la pratica dello sport, lo spirito di sacrificio, il senso di appartenenza e l’amicizia. Questo è sport e se si trasmettono correttamente questi valori, automaticamente si allontanano i ragazzi da quelle che sono le chimere della droga, del denaro facile a scapito degli altri, di tutte quelle scorciatoie che poco hanno a che fare con la moralità. Il rispetto non viene dato da quanto guadagni, ma da quanto sei riuscito a migliorarti impegnandoti. Questo è lo sport che vorremmo diffuso nelle scuole, questo sono i valori che le scuole di allenatori di qualunque sport dovrebbero puntare ad insegnare. Non ci illudiamo che sarà una battagli facile, non credo che lo abbia pensato neanche On. Barbaro, ma quella palla di neve di cui parlavamo solo ieri ci sembra già più grossa la discesa a valle è cominciata, la valanga sta iniziando a formarsi, so di altre federazioni che avvertono il disagio che quel tipo di concezione sportiva sta promuovendo. Speriamo. Noi faremo la nostra parte, più sereni sapendo che l’ASI, nel quale al momento ci riconosciamo, la pensa come noi.