Giocare a Football, semplicemente.

Un giorno, quando saremo vecchi, avremo il nostro bel figliolo in braccio al quale racconteremo orgogliosi le gesta di papà nel Football. “Papà, hai giocato in America?”, no. “Papà, hai firmato un contratto milionario?”, no. Il sorriso sognante che avrà, andrà spegnendosi piano in segno di delusione mentre noi non sapremo cosa raccontargli. E sarà li che il nostro pensiero andrà alle nostre piccole soddisfazioni, ai nostri stalci di vita vissuta nel Football, alle nostre singole partite, come quella contro gli Skorpions. “Perchè papà, com’è finita quella semifinale con gli Skorpions?”. A questa domanda rispondete voi, Arieti. Ognuno è arteficie delle sue fortune ed il futuro è nelle nostre mani. Se qualcuno pensa che la differenza fra un sorriso spento del tutto e la rianimazione della felicità passi dalla vittoria o dalla sconfitta sbaglia. E sbaglia di grosso. Perchè a quella domanda, l’unico modo per uscirsene senza le ossa rotte è rispondere con soddisfazione, col petto gonfio e quello sguardo deciso verso il passato che fa trasparire orgoglio caldissimo. Cosa serve per far ciò? Giocare a Football. Semplicemente, per quanto possa essere. Perchè giocare a Football, farlo veramente, significa non vergognarsi di ciò che si è fatto a fine partita, sapere di aver dato l’anima e anche qualcosa in più fino all’ultimo snap, significa non aver la forza di parlare al fischio finale, perchè in campo si è lasciata anche la saliva. Giocare a Football è come vivere la propria vita. C’è chi perde e c’è chi vince, ma come recitava un celebre film, l’importante è perdere o vincere da uomini. Cosa volete rispondere un domani a quella domanda tremenda? Gli Skorpions sono alle porte. Giochiamo a Football, Rams!

Enrico Nunnari